Allevamento, frutticoltura e noccioleti: un'azienda al servizio della sostenibilità

Oltre ai 25 ettari coltivati a vigneto, ne abbiamo altri 75 di proprietà, suddivisi tra noccioleti, frutteti, seminativi, prati per pascolo e 10 ettari di boschivo.

Mentre gli altri fanno parte del nostro ciclo produttivo, il bosco è un impegno civile che i Rabino si sono presi generazioni fa: salvaguardare la biodiversità di un territorio che tende sempre più alla monocultura, curando e proteggendo delle aree selvagge centenarie, importanti per il clima e il benessere del Roero.

Allevamento

La Fassona Piemontese, grande alleata della sostenibilità aziendale

La nostra stalla conta oggi 220 capi di bestiame, suddivisi su due piani.

Il livello superiore è dedicato all’ingrasso dei bovini da carne, i maschi castrati che prepariamo alla macellazione.

Il piano inferiore è invece quello della nursery, dove le 50 fattrici e i loro vitelli vengono lasciati allo stato brado in due ettari di pascolo.

In ogni gruppo di vacche teniamo un toro, consentendogli una riproduzione del tutto naturale.

Il benessere dell’animale viene sempre messo in primo piano, con accorgimenti rivolti alla salute, ma anche alla qualità di vita dei nostri capi.

Gli spazi sono ampi e puliti con frequenza, l’alimentazione è per il 70% autoprodotta. Il restante 30% è rappresentato dalla crusca, che commissioniamo a un mulino locale al quale consegniamo il nostro grano, e dalla paglia utilizzata come lettiera per le bestie.

In estate nutriamo le mucche e i buoi con l’erba fresca dei nostri campi, mentre per l’inverno prepariamo sufficienti scorte di fieno.

Come anticipato nella descrizione del nostro ciclo di autoproduzione, i bovini collaborano in maniera indispensabile nella sostenibilità aziendale, garantendoci una fornitura a “m 0” (letteralmente a pochi passi di distanza) di fertilizzanti, che utilizziamo in vigna e nei frutteti per ridurre al minimo gli interventi chimici.

Partecipiamo ogni anno alla fiera del Bue Grasso di Carrù, solitamente con ottimi risultati. Solo l’anno scorso siamo arrivati 3° nella categoria del bue nostrale.

Questo perché il nostro metodo di allevamento, focalizzato sul rispetto dell’animale, dà vita a buoi forti e geneticamente avvantaggiati.

Il contratto di filiera con la Macelleria Testa

In quanto fondatore del Coalvi ho particolarmente a cuore il percorso della carne di nostra produzione dalla macellazione in poi.

Sono ormai 5 anni che ogni capo di bovino allevato viene venduto esclusivamente alla Macelleria Testa di Torino, con cui condivido gli standard qualitativi.

Quest’azienda a conduzione familiare ha molti elementi in comune con la nostra famiglia, tra cui la storia secolare e l’impronta sostenibile.

Abbiamo firmato un contratto di filiera, garantendo più sicurezza ad entrambi: di vendita a noi, di alta qualità a loro.

Frutteti

Il Roero è una terra storicamente votata alla produzione di frutta di qualità, da sempre parte del lavoro dei Rabino.

Le nocciole piemontesi…

Per non farci mancare nulla completiamo la nostra produzione con le nocciole e le albicocche, che in parte vendiamo come materie prime e in parte lavoriamo.

I 10 ettari di noccioleto di tonda gentile seguono lo stesso filone manageriale di ogni altro settore produttivo, con una gestione quasi biologica.

Anche qui non utilizziamo il diserbo, come è facile intuire dalla vegetazione folta e dall’ecosistema che circonda gli alberi. Tutti i lavori vengono svolti manualmente, nel totale rispetto dell’ambiente.

Mentre la maggioranza del raccolto viene venduto alla rinfusa, una parte viene lavorata da un collaboratore esterno che ritira le nocciole per poi sgusciarle, tostarle e metterle sotto vuoto.

Questo delizioso snack tipicamente piemontese viene servito sempre in accompagnamento alla nostra degustazione, ed è acquistabile in cantina!

… E le albicocche

Per quanto riguarda le albicocche, invece, una parte del raccolto viene venduto ai mercati generali di Milano.

Siccome per la vendita al pubblico vengono accettati esclusivamente i frutti esenti da difetti estetici, che in una produzione artigianale come la nostra rappresentano una quantità limitata, il restante delle albicocche viene processato e trasformato in marmellata.

Non avendo le attrezzature adeguate, per questo passaggio ci affidiamo a un piccolo laboratorio nei pressi di Chieri, scelto specificatamente per il metodo di lavoro.

Dopo molta ricerca, infatti, abbiamo trovato ciò che cercavamo: qualcuno che producesse una marmellata naturale, come quella delle nonne, fatta di albicocche e una dose minima di zucchero di canna, richiesta dal disciplinare per poter scrivere “confettura” in etichetta.

La produzione è estremamente limitata, con circa 1200 barattoli l’anno, dei quali la maggioranza viene venduta in azienda durante la degustazione.