Una famiglia, duecento anni di vino

La nostra storia inizia nel medioevo, quando la famiglia fu costretta a fuggire dall'Alta Langa e a rifugiarsi nel Roero. Una tradizione, la nostra, che continua ancora oggi, tramandata di generazione in generazione.

Luigi

Mi presento, sono Luigi, responsabile della storica azienda Rabino. Ho preso il timone dopo anni di fatica ed esperienza sotto la guida di mio padre e di mio nonno, a loro volta preceduti dagli avi più lontani.

Sono il fondatore del Coalvi, il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, che dal 1984 a oggi garantisce la provenienza e la qualità della carne di bovino.

Ho sempre avuto a cuore la protezione del territorio e dei suoi prodotti, ad esso intimamente legati, e ho tradotto questa mia passione in un’azienda agricola, ma prima di tutto in una cantina, di massima eccellenza.

Oggi mi occupo principalmente dell’allevamento, dato il mio stretto rapporto con il bovino piemontese, e lascio via via le redini della cantina a mio figlio Paolo.

Daniela

Daniela, mia moglie, è stata al mio fianco lungo tutto il cammino, contribuendo in maniera imprescindibile nella struttura aziendale.

Mia compagna dai tempi della scuola enologica, negli anni ha tenuto le redini degli aspetti amministrativi e burocratici della nostra azienda, oltre a occuparsi dell’accoglienza e a consigliarmi in tutte le scelte produttive.

Anche lei, assieme a me, inizia oggi a tramandare la sua esperienza a nostro figlio e a Adelaide, la sua fidanzata.

Paolo

Paolo vive immerso nel mondo della cantina, della quale sta a mano a mano diventando il responsabile, seguendo il mio percorso e quello degli uomini Rabino che mi hanno preceduto.

Ha studiato enologia come me e mia moglie, ma l’ha fatto in anni diversi, con un’impronta tecnologica che a noi un po’ manca.

Per questo ha totale libertà di sperimentare, e non si riserva mai di stupirci con nuovi progetti, che si sviluppano dalla vigna all’imbottigliamento.

Silvia

Silvia attualmente trasferitasi in Francia, si occupa di marketing e segue l’Azienda dal punto di vista dei Social Media.

Se sei fortunato durante la tua permanenza potrai incontrare un Rabino in più in Cantina!

Il francese fluente di Silvia rappresenta un importante valore per i cugini d’Oltralpe in visita.

Adelaide

Adelaide è un po’ il Jolly dell’azienda, ce la tiriamo di qua e di là perché utile a tutti!

I suoi studi in promozione turistica territoriale di cultura e vino la rendono incline all’accoglienza, supportati dal diploma al liceo linguistico.

Fa da aiuto cantiniere a Paolo, imparando l’arte della vinificazione con rapidità e interesse.

L’unico settore in cui non viene coinvolta è quello dell’allevamento, che preferisco gestire in autonomia… per ora!

“Questa è la squadra di oggi, che racchiude però in sè tutto il bagaglio degli uomini Rabino. Una storia antica, fatta di sfide e scommesse, a volte riuscite, altre no. Tutte fondamentali per arrivare fino a qui.  

Dalle origini…

Le prime tracce della nostra famiglia risalgono al Medioevo. I Rabino, al tempo signori di Bosia e Borgomale, sono costretti a fuggire dall’Alta Langa per proteggersi dalle frequenti invasioni barbariche.

Trovano rifugio nei colli del Roero, in una vallata che prende così il nome di località Rabini.

Queste terre che ci hanno accolti, le stesse che ancora oggi lavoriamo e proteggiamo, lungo i secoli rimangono di proprietà della nostra casata, che ne ricava il sostentamento attraverso l’allevamento e la coltivazione.

La produzione vinicola prende il via a metà dell’’800: il signor Antonio Rabino decide di comprare qualche botte in legno e vinificare le uve di proprietà, pratica al tempo poco popolare.

I primi litri sono riservati a famiglia e amici, e non rappresentano alcuna fonte di guadagno, ma Antonio sogna di condividere con gli altri quella che diventa rapidamente una passione.

Inizia così a imbottigliare, in un’epoca in cui il concetto della commercializzazione del vino ancora non esiste.

E’ uno dei primi a vendere in bottiglia e, vista la crescente domanda, vede in questa sua piccola produzione un grande potenziale lavorativo.

Decide così di insegnare il mestiere al figlio Luigi, e anni dopo al nipote Giovanni, mio padre.

Durante il periodo precedente le guerre mondiali vengono già imbottigliate molte delle varietà tuttora prodotte: Barbera, Nebbiolo, Grignolino, Bonarda, Freisa e anche i bianchi Arneis e Favorita.

La nostra storia ha un ruolo centrale nel definirci, perché riecheggia il “buon senso” contadino, un legame con il territorio che dura da secoli.

Per questo motivo in etichetta abbiamo scelto di mantenere lo stemma della nostra famiglia.

Al centro, tre colline simboleggiano i tre fratelli fondatori dell’azienda. Sopra un elmo e un’alabarda ricordano invece le nostre origini medievali.

Lo stemma è rappresentato anche sul muro della cantina, assieme al nostro motto storico: “Docet Ducit”, insegna e conduci.

…verso il futuro

Dai tempi di Antonio a oggi molti uomini si sono susseguiti, insegnandosi vicendevolmente l’arte di lavorare la terra, calpestando gli stessi prati e curando le stesse vigne.

La continuità della nostra storia plurisecolare ha fatto sì che di generazione in generazione venisse preservata l’esperienza, aggiungendo via via dei mattoni a quello che oggi è un muro solido e protettivo, che ci consente di puntare sempre alla qualità.

Con il passare del tempo, l’azienda si è evoluta adottando le tecniche più moderne per le lavorazioni, ma rimanendo fedele al ciclo della natura.

Possiamo definirci sostenibili, in quanto quasi tutte le risorse utilizzate sono prodotte direttamente in azienda.

Ancora oggi, i vini si affinano nelle botti in legno di rovere tra le mura in pietra e mattoni del crutin, la cantina scavata a mano a partire dal Seicento.

Siamo un’azienda a carattere misto sullo stampo di quella del passato, dedicandoci oltre ai vini, anche all’allevamento di bovini di razza piemontese e alla coltivazione di alberi da frutto: la nocciola tonda e gentile della Langa e antiche varietà di albicocche.

Ciclo di autoproduzione sostenibile

A testimoniare il valore che diamo al benessere del territorio, siamo riusciti oggi a creare un sistema quasi autosufficiente.

La nostra produzione diversificata rende infatti possibile una fornitura a “m 0” (letteralmente) di alcuni ingredienti fondamentali per una produzione di qualità.

Nel pozzo in cortile raccogliamo l’acqua piovana che viene microfiltrata e riutilizzata per abbeverare le bestie, oltre che per i lavori in azienda.

Queste producono invece fertilizzanti naturali per tutti e 100 gli ettari di proprietà: vigne, frutteti, campi.

A loro volta anche i terreni contribuiscono, fornendoci l’erba fresca per le mucche d’estate, che in parte diviene fieno per l’inverno.

Dal 2017 produciamo energia pulita e rinnovabile attraverso pannelli fotovoltaici ed utilizziamo l’energia solare per la produzione di acqua calda da utilizzare per la pulizia e la sanificazione in Cantina.

I nostri vini

Le nostre etichette sono rappresentative della tradizione di Roero, Langhe e Monferrato e prodotte nel rispetto della biodiversità, dalla vigna alla cantina. Coltiviamo 25 ettari di vigneto con trattamenti mirati e misurati, riducendo l’intervento di attori esterni grazie ad un ciclo di autoproduzione sostenibile.

L’allevamento

La nostra stalla conta 220 capi di bestiame, suddivisi tra bovini da carne e fattrici. Il benessere dell’animale viene sempre messo in primo piano, con accorgimenti rivolti alla salute, ma anche alla qualità di vita dei capi. Tramite un contratto di filiera vendiamo tutti i bovini alla macelleria Testa di Torino.

La frutticoltura

Per non farci mancare nulla completiamo la nostra produzione con le nocciole e le albicocche, che vendiamo sia come materie prime che come prodotti semilavorati. Una parte delle nocciole viene sgusciata e tostata, mentre le albicocche che non rientrano negli standard del mercato vengono trasformate in marmellata.